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La prima stesura del Manifesto fu scritta da Spinelli e Rossi nel giugno 1941, dopo un ampio dibattito con Eugenio Colorni (un professore di filosofia esponente del Partito Socialista Italiano), sua moglie Ursula Hirschmann (una militante antifascista tedesca) e un piccolo gruppo di altri militanti confinati. Questa prima stesura circolò in segreto e nell’agosto dello stesso anno fu seguita da una seconda stesura con modifiche minori e che ammorbidiva il giudizio politico sull’URSS, attaccata dalla Germania in giugno. Il manifesto fu diffuso all’interno della Resistenza italiana da Ursula Hirschmann e Ada Rossi (moglie di Rossi) dal momento che esse non erano confinate ed erano libere di viaggiare (due sorelle di Spinelli, Gigliola e Fiorella, aiutarono a mantenere i contratti tra gli attivisti confinati a Ventotene e gli altri sul continente). Entrambe le stesure (manoscritte da Rossi su carta da sigarette) e le copie dattiloscritte e ciclostilate ricavatene sono perdute. Gli esatti contributi di Spinelli, Rossi e Colorni al Manifesto e la sua diffusione clandestina sono ancora da investigare.
Una versione stampata del Manifesto fu pubblicata nell’agosto 1943 a seguito della fondazione del Movimento Federalista Europeo a Milano. Questa versione è preceduta da una introduzione non attribuita ed è divisa in quattro sezioni, la terza delle quali è di Rossi. Nel gennaio del 1944 Colorni pubblicò a Roma una nuova edizione del Manifesto in un libro intitolato ‘Problemi della Federazione Europea’ contenente una sua nuova prefazione, una nuova versione del Manifesto divisa in tre sezioni e i due saggi scritti da Spinelli a Ventotene: ‘Gli Stati Uniti d’Europa e le varie tendenze politiche’ e ‘Politica marxista e politica federalista’.
Colorni ricavò la versione tripartita del Manifesto da quella quadripartita inserendo la prima parte della IV sezione, ‘La situazione rivoluzionaria: vecchie e nuove correnti’, nella II sezione, ‘Compiti del dopoguerra: L’unità europea’; mentre la seconda parte della IV sezione è inserita alla fine della III sezione, ‘Compiti del dopoguerra. Riforma della società’. In più, Colorni migliorò lo stile e fece alcuni piccoli tagli nelle frasi contro l’URSS e la Santa Sede.
Il libro ‘Problemi della federazione Europea’ è stato ripubblicato come ‘Il Manifesto di Ventotene’ diverse volte con nuove presentazioni e saggi. La versione tripartita del Manifesto è quella più conosciuta e più tradotta.